Piazza Europa

Enna antica ed il mercato dell’agricoltura

Piazza Europa
Piazza Europa

Descrizione

Enna Antica: Fino ad alcuni anni addietro nella zona di Montesalvo, fin in prossimità della via Spirito Santo si estendeva la Selva del Convento dei frati minori di Montesalvo. La “Silvia”, come tutt'oggi è comunemente chiamata dagli ennesi, consisteva in una tenuta alquanto acclive, in parte coperta da alberi di alto fusto, soprattutto querce, delimitata da un lato dalla rupe della montagna e dall'altra da un muro di cinta, nel cui punto più basso si trovava un tabernacolo o cappelluccia racchiudente un'immagine sacra, dialettalmente chiamata la “Figuredda”. Detta cappelletta è ormai scomparsa.

Piazza Europa: Nella grande piazza, realizzata sistemando l’area un tempo dedicata alle “fiere”, con una complessa scalinata monumentale che inquadra il sovrastante santuario di Montesalvo, nel 1983 fu posizionata una fontana di forma circolare dotata di banda ornamentale e sui muri perimetrali furono apposti sei pannelli in rame sbalzato raffiguranti, ognuno, un episodio di storia ennese e siciliana. I pannelli sono stati ideati e realizzati dagli artisti Pietro Marzilla e Franco Longo.

Mercati: Un tempo nell’area oggi occupata dalla Piazza Europa e nelle parti circostanti oggi coperte da costruzioni, si svolgevano le grandi fiere che caratterizzavano la vita commerciale dell’antica Enna.

L’area in dialetto veniva indicata come il “Rabato” dall’arabo “Rabat”. Il 17 e18 maggio aveva luogo il più importante mercato di bestiame in Sicilia, dedicato a San Bartolomeo apostolo e chiamato “a Fera di Maju”. Il 13 e 14 settembre nello stesso piano in occasione della festa del SS. Crocefisso di Papardura aveva luogo un'altra fiera di bestiame seguitissima dagli allevatori di tutta la Sicilia. Il mercato o fiera di Maggio fa parte di un gruppo di fiere, d'antico tempo svoltesi ad Enna. Oggi nelle stesse date delle due Fiere si svolgono due manifestazioni commerciali nelle quali non si trova più il commercio del bestiame ma rimane la vendita di oggetti e suppellettili d’ogni tipo.

Il gruppo delle Fiere comprendeva anche la Fiera di San Martino, quella della Madonna della Visitazione, in occasione delle relativa Festa, in luglio, una antichissima di San Pancrazio e quella del “Santo Padre” San Francesco di Paola.

L'istituzione della fiera di maggio risale al 1630 e si dovette alla Civica Amministrazione col consenso delle Superiori Autorità del Regno. Connessi alla fiera vennero imposti due balzelli: il «testatico» ed il «canneggio». Il testatico dovuto per l'entrata del bestiame entro il territorio parrocchiale di San Bartolomeo, consisteva in un'imposta, a carico tanto del venditore quanto del compratore, la quale ammontava ad un «tarì» corrispondente a circa 42 centesimi della nostra lira italiana, pe ogni animale di grossa taglia (equino o bovino) e a un «carrino» metà cioè del tarì per ogni animale di piccola taglia (ovino o suino). Il canneggio era un'imposta dovuta dai negozianti di mercanzie per l'area di suolo occupata, la quale veniva calcolata con l'antica misura locale, «la canna» equivalente a metri 2,04 della misura moderna. Per i proventi della Fiera intercorse una lunga controversia tra Comune e Parrocchia San Bartolomeo, entro il cui distretto si svolgeva la Fiera e che vantava diritti in favore di una sua cappella dedicata alla Madonna dell'Indirizzo.

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Ultimo aggiornamento: 13 set 2023

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